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BIOGRAFIA

Nato a Varese il primo giugno 1968, fin da bambino è stato affascinato nel vedere il ferro cedere
nelle sapienti mani del padre, artigiano del ferro battuto, diventare un oggetto artistico.
La bottega e la passione del padre Sergio sono diventate la sua passione e la strada maestra nel
suo percorso artistico.
Le sue opere dimostrano in pieno le capacità tecniche acquisite in anni di duro lavoro.
Oggetti che assemblano con la tecnica , anche pensiero, sensazioni, poesia e piacere.
Completati gli studi tecnici , si mette quindi a lavorare nella bottega del padre, la sua passione per
tutte le arti lo spinge a una continua ricerca. Nel 2006 l’esordio a Ville Ponti a Varese. Con
l’occasione conosce l’architetto e artista Marcello Morandini che lo elogia e lo incoraggia .Poi nel
2007 è allievo nel gruppo pittorico “La Tavolozza” a Peveranza di Cairate che frequenta per un
lungo periodo. Partecipa poi a numerose iniziative e mostre locali .
Nel 2012 , grazie a una personale a Castiglione Olona , conosce il professor Rolando Bellini. Un
incontro davvero positivo , che da maggiore sicurezza e slancio all’artista.
Nel 2013 la collaborazione con l’architetto e artista Luca Scacchetti e il suo staff viene elogiato e
incoraggiato. Parteciperà poi alla biennale di Firenze “Ethics DNA of Art”il cui direttore artistico e il
professor Rolando Bellini.
Nel 2014 grazie all’artista Roberto Carullo , con cui stringe una buona amicizia , conosce e stringe
amicizia con la psicologa e critico d’arte dottoressa Alessandra Lancellotti che lo farà approdare
nella sua Genova a Palazzo Ducale. Viene poi invitato e quindi parteciperà alla “Triennale di Arti
Visive di Roma” a cura del professor Daniele Radini Tedeschi e con la presentazione del Professor
Philippe D’Averio.
Nel 2015 partecipa Alla “Biennale di Palermo” a cura di Vittorio Sgarbi. Una personale al museo
civico di Palazzo Branda Castiglioni a Castiglione Olona a cura del professor Rolando Bellini. La
mostra Spoleto Arte al Palazzo Leti Sansi a Spoleto organizzata da Salvo Ugnes e curata da Vittorio
Sgarbi . Una sua opera è ora esposta al museo civico di Castiglione Olona.
Nel febbraio 2016 comincia la collaborazione con una curatrice a New York a cui ha spedito , oltre
che al materiale informativo , anche due piccole opere .

INTROSPETTIVA PERSONALE

Sono sempre stato affascinato fin da bambino nel vedere mio padre che con fuoco , martello e incudine creava oggetti bellissimi .

Affascinato nel vedere il ferro , un materiale così forte e tenace , all’apparenza freddo e sgradevole cedere nelle mani di mio padre per diventare un oggetto artistico . 

Mio papà infatti nel 1974 aveva aperto una bottega di lavorazione del ferro battuto .

Un giorno mio padre mi disse “se ti piace questo mestiere , vai alle superiori , impara la meccanica , lo studio è importante , poi a fare il fabbro e il ferro battuto te lo insegno io” .

Così ho fatto e nel 1984 appena finito le scuole professionali di meccanica ho intrapreso in pieno la professione con mio papà.

Poi un giorno mi disse “ora che hai imparato molte cose e che sei già abbastanza autonomo è ora che ti fai nuove esperienze, è ora che ti fai le ossa”

Mi mandò in diverse industrie come manutentore meccanico e attrezzista . In queste fabbriche ho avuto infatti la possibilità di imparare moltissimo , accrescendo tantissimo il mio bagaglio tecnico .

Poi mio padre si ritirò per l’età e io rimasi per sempre nella bottega .

Tecnicamente ero molto preparato , sia nel ferro battuto che nella meccanica , però non mi bastava . Sentivo dentro di me però un impulso irrefrenabile . Un impulso che era dato dalla mia passione per l’arte . Si l’arte .Oltre il ferro battuto che è il mio mestiere ed è già molto artistico, infatti non perdevo occasione per andare a una mostra d’arte , a un museo o leggere un libro .

Allora , appena potevo mi mettevo all’opera nella mia bottega sperimentando per cercare di creare qualcosa di nuovo , di diverso e bello . Oggetti che parlassero di me, che dimostrassero in pieno le mie capacità tecniche acquisite in tanti anni di duro lavoro . Oggetti che non fossero solo un assemblato di tecnica , ma anche pensiero , sensazioni , poesia , piacere , innovazione … . Insomma , fare quello che secondo me deve essere  l’arte vera .

 

Roberto

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